Abenula laterale e aggressività

 

 

ROBERTO COLONNA & DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 20 maggio 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Lo studio della rabbia, con i modelli della “rabbia fittizia”, costituisce un argomento classico della neurofisiologia delle emozioni, ma rimane distante dalla possibilità di esplorare le basi di sentimenti umani quali l’ira, l’indignazione e l’odio, o spiegare le crisi distruttive o autolesive che insorgono in persone non affette da malattia mentale in senso clinico. Eppure, lo stato psichico corrispondente all’ira può considerarsi la radice psicoantropologica di tutti i conflitti umani, fino alle guerre, che poi sono diventate dipendenti da ragioni sociologiche, politiche ed economiche.

Lo studio nei modelli animali non consente di distinguere l’aggressività, intesa come manifestazione comportamentale sostanzialmente psicomotoria, dallo stato mentale che la produce. Di fatto, nell’uomo, l’aggressività può avere un’origine diversa dal pattern funzionale cerebrale corrispondente allo stato psicologico negativo e potenzialmente distruttivo che caratterizza la persona adirata. Un modello animale che esclude gli episodi di acting out fra maschi e femmine, in alcune specie legati alla fisiologia estrale, è quello dell’aggressività espressa nell’interazione fra maschi. Ma l’aspetto principale che conferisce valore a questo modello è dato dal fatto che l’aggressione maschio-maschio esiste praticamente in tutti i generi e le specie del regno animale, dall’insetto all’uomo, ed è attualmente considerata una componente fisiologica del comportamento sociale.

In quanto espressione di un processo funzionale normale, l’attività neurale alla base della condotta aggressiva si manifesta ordinariamente secondo modalità caratteristiche della specie, per insorgenza, forma, intensità e stimolo adatto in grado di evocarla. Fuori di tale schema la sua manifestazione si considera inappropriata.

Numerosi studi hanno dimostrato che la reazione aggressiva inappropriata può costituire una minaccia per la salute fisica e mentale sia dell’aggressore sia dell’aggredito. Nella realtà umana, l’aggressione inappropriata è un elemento comune a numerosi disturbi psichiatrici e la sua patogenesi è stata attribuita ad un’attivazione atipica del circuito a ricompensa, in risposta a stimoli sociali che in condizioni fisiologiche non la inducono.

Flanigan e colleghi, realizzando una rassegna esaustiva degli studi sul ruolo dell’abenula laterale nel comportamento aggressivo, hanno proposto un’interpretazione degna di nota dei risultati della ricerca.

(Flanigan M., et al. An emerging role for the lateral habenula in aggressive behavior. Pharmacology, Biochemistry and Behavior – Epub ahead of print doi: 10.1016/j.pbb.2017.05.003, 2017).

La provenienza degli autori è la seguente: Fishberg Department of Neuroscience and Graduate School of Biological Sciences, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, NY (USA); National Institute of Drug Abuse (NIDA), Baltimore, MD (USA).

L’epifisi o ghiandola pineale è unita al cervello da tre fasci di fibre nervose per lato, detti peduncoli epifisari. I peduncoli anteriori sono le abenule, dette anche tenie del talamo o strie midollari, che sorgono dalle pareti laterali della base dell’epifisi e, dirigendosi verso l’esterno, formano una piccola regione triangolare denominata trigono dell’abenula. Queste formazioni sorgono dai due nuclei dell’abenula, anatomicamente compresi nelle strutture del trigono, e costituenti, insieme con la commessura posteriore, l’epitalamo. Dai nuclei dell’abenula origina il tratto abenulo-peduncolare appartenente al fascicolo retroflesso di Meynert, oltre alla tenia del talamo che raggiunge il tubercolo olfattorio, l’amigdala e l’ippocampo.

I nuclei dell’abenula sono distinti in laterale e mediale. Il nucleo laterale dell’abenula invia fibre ai nuclei del rafe e alla formazione reticolare mesencefalica adiacente, alla parte compatta della substantia nigra del mesencefalo, all’area tegmentale ventrale (VTA), all’ipotalamo e al proencefalo basale. Per quanto riguarda le connessioni in entrata, a parte le fibre provenienti dal nucleo setto-fimbriale che vanno al nucleo mediale, tutte le altre afferenze sono dirette al nucleo laterale. Le fibre afferenti percorrono bilateralmente la stria midollare, a partire dalla corteccia prepiriforme, dal nucleo basale di Meynert e dall’ipotalamo; gli assoni provenienti dalla parte mediale del pallido ascendono attraverso il talamo e possono essere collaterali delle fibre pallido-talamiche; infine, all’abenula laterale giungono afferenze dalla substantia nigra, dai nuclei del rafe mesencefalico e dal nucleo laterale dorsale del tegmento.

Le funzioni fisiologiche dei nuclei dell’abenula sono difficili da decifrare, in quanto sembrano partecipare ad uno spettro esteso di processi che includono l’integrazione di informazioni olfattive, somatiche e viscerali, intervenendo nella regolazione del sonno, della temperatura, del metabolismo, e di attività neuroendocrine e vegetative.

L’abenula laterale (LHb) è stata recentemente riconosciuta quale importante nodo del circuito a ricompensa classico e numerose prove sperimentali hanno confermato l’azione inibitoria dei suoi neuroni sul rilascio di dopamina nel mesencefalo per la segnalazione della valenza negativa. Flanigan e colleghi discutono l’evidenza che lega la funzione della LHb all’aggressione e alla sua valenza, sostenendo che i forti impulsi in uscita per l’area tegmentale ventrale (VTA) e il nucleo del rafe dorsale (DRN) hanno con ogni probabilità ruoli importanti nell’aggressione e nelle sue componenti gratificanti.

Studi futuri, osservano i ricercatori, dovrebbero essere condotti al fine di definire in che modo l’elaborazione delle varie afferenze ed efferenze consente alla LHb di modellare e modulare la motivazione e la ricompensa nel contesto dell’aggressione.

 

Gli autori della nota ringraziano la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invitano alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

Roberto Colonna & Diane Richmond

BM&L-20 maggio 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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